La partita va oltre i novanta minuti. E il recupero non è una questione di tempo, bensì d’orgoglio: quello della Juve Women, in questo momento, è stato sotterrato dalla decisione della FIGC. Il massimo campionato di calcio femminile non riprenderà: alle bianconere, più nove punti sulla seconda, soltanto sei gare da svolgere, non sarà assegnato lo scudetto. Nonostante fossero praticamente a un passo.
LA GIORNATA – La delusione è tanta, in parte esula anche dalla decisione della Federazione (comunque nell’aria). Le stesse calciatrici, in giornata, avevano emanato un comunicato unico, sostenendo la necessità di rivedere l’intero sistema: lo stop ha fatto emergere tutte le fragilità di chi ancora sperava di aggrapparsi all’entusiasmo post Mondiale.
Senza un contorno fatto di aiuti e di squadre forti, il crollo era inevitabile. Dalla Juve al Tavagnacco – retrocesso praticamente d’ufficio – il grido d’allarme è stato unanime: il passo in avanti auspicato non c’è stato. Non più.
LA JUVE – La Juve non risponderà. Braghin, tre settimane fa, ha lasciato la sua parte di testamento sulla stagione appena spenta. “Quanto abbiamo fatto in questa stagione è scritto e rimane, spetta al Consiglio Federale decidere se sarà premiato o meno”. Sembra un richiamo non voluto a Calciopoli: il campo che parla, gli atti ufficiali che dicono altro.
In ogni caso, stavolta non ci sarà battaglia: la società, tristemente, ne ha preso atto e non risponderà a quanto accaduto. Ma cancellare lo sforzo e il lavoro delle ragazze no, questo è impossibile. Resteranno le immagini, torneranno gli abbracci.
Consapevoli, tutti, di quanto questa sia una partita lunghissima, impossibile da fermare. Serve il professionismo: tutti i sacrifici, non solo della Juve, vanno compensati.
fonte: ilbianconero.com