TORINO – Vince Edin Dzeko 2-1. La partita per la maglia numero 9 della Juventus 2020-21 (o comunque per il posto da centravanti) non è ancora terminata, ma il fischio finale è vicino e il vantaggio del bosniaco molto difficile da rimontare. Un 2-1 frutto dei pro e dei contro della sua candidatura.
Dzeko-Juve
L’ETÀ – Partiamo dal punto a sfavore del romanista, evidente: l’età. Dzeko ha compiuto 34 anni il 17 marzo e non rappresenta decisamente il profilo ideale per un progetto di ringiovanimento della rosa come quello che la Juventus ha intrapreso. Arkadiusz Milik con i suoi 26 anni e anche Raul Jimenez che comunque ne ha 29, per restare alle due alternative più concrete, da questo punto di vista sarebbero più in linea con le strategie societarie. Strategie che non sarebbero però stravolte da un’eccezione. E i due punti a favore della scelta di Dzeko potrebbero spingere la Juventus a concedersela, quell’eccezione, rimandando il rinnovamento dell’attacco a tempi economicamente migliori.
L’IDEALE IN CAMPO – Tanto ad Andrea Pirlo interessa il presente. Come a qualsiasi allenatore, soprattutto in Italia. Non c’è status di leggenda che tenga: il nuovo tecnico bianconero sa perfettamente che la sua conferma in panchina passa dai risultati che otterrà nella stagione ormai alle porte. Dunque vuole il meglio nell’immediato e in cima alla lista delle sue preferenze ci sono Dzeko e Jimenez. Il messicano garantirebbe un maggiore apporto alla fase difensiva e più movimento su tutto il fronte dell’attacco, ma il bosniaco sotto il profilo offensivo è il giocatore migliore del lotto, in virtù di una superiorità fisica e tecnica confermata dai numeri. Nove volte in doppia cifra di gol nei principali campionati europei contro le due di Jimenez e Milik (per quanto il messicano e il polacco ne abbiano anche disputati meno), è stato capocannoniere della Bundesliga nel 2009-10 e della Serie A nel 2016-17 e ha conquistato una volta il campionato tedesco e due la Premier. Sa come si vince, insomma.
Alla base della preferenza di Pirlo c’è poi il fatto che Dzeko è anche un vero e proprio regista offensivo: capace di ricevere e smistare il pallone spalle alla porta sia vicino o dentro all’area di rigore, facendo da sponda per Cristiano Ronaldo, sia arretrando sulla trequarti, liberando spazio per gli inserimenti del fuoriclasse portoghese. La doppia cifra tra assist e rigori procurati raggiunta due volte in Serie A (11 nell’ultima stagione e 12 nel 2016-17) parla chiaro riguardo alla sua capacità di essere rifinitore oltre che finalizzatore. Così come le statistiche Wyscout relative all’ultima stagione. Se la sua percentuale di passaggi accurati (73,1%) è stata inferiore a quella di Milik (86,5%) e Jimenez (74,9%), le cifre cambiano all’aumentare della difficoltà e dell’incisività delle giocate. Dzeko ha giocato più filtranti (1,09 a partita contro lo 0,38 di Milik e lo 0,72 di Jimenez) con precisione nettamente maggiore del polacco (35,6% contro 14,3%) anche se minore del messicano (40%). E’ il migliore per numero e precisione di passaggi verso l’area di rigore, 1,84 a partita con il 63,2% (Milik 0,87 e 56,3%; Jimenez 1,68 e 55,7%) ed è anche il più abile a creare superiorità numerica saltando l’uomo: gli è riuscito il 52,5% di diribbling a partita contro il 35,5% di Milik e il 49,7% di Jimenez.
I COSTI – Più che sufficienti a spiegare la preferenza di Pirlo, le indubbie qualità di Dzeko da sole probabilmente non basterebbero a far passare in secondo piano, agli occhi di Fabio Paratici e della dirigenza, la data scritta sulla sua carta d’identità. Come abbiamo detto all’inizio, però, il bosniaco vince 2-1. L’altro gol è frutto del costo dell’operazione. Mentre per Jimenez servirebbero una settantina di milioni e per Milik 40 (a un anno dalla scadenza) e al momento non risultano percorribili strade alternative come prestiti o scambi, la Roma cederebbe il bosniaco per molto, molto meno, come leggete meglio a fianco. Il suo ingaggio sarebbe più alto, ma solo biennale, e la somma tra stipendio e ammortamento del cartellino risulterebbe comunque più bassa. Ecco perché Dzeko sta vincendo. E non vede l’ora di festeggiare.
fonte: tuttosport.com