La Juventus resta la squadra della sua carriera, ma al contempo la ferita è profonda e Leonardo Bonucci oggi ha deciso di scoprirla per mostrarla a tutti. Intervenuto al podcast ‘Passa dal Bsmt’, l’oramai ex difensore, ritiratosi da poco e già intento a una nuova carriera da allenatore passando un giorno anche per Torino, ha parlato della sua separazione dolorosa dalla Vecchia Signora a causa di Massimiliano Allegri.
“Me ne sono dovuto andare quasi scappando – riferisce – perché qualcuno aveva deciso che dovesse andare così, è stata una manifestazione di un singolo (Allegri appunto, ndr) che non meritavo. Mi sembrava quasi uno scherzo considerando che avevo più di 500 partite e invece il ben servito così l’ho ricevuto davvero”. Fu Cristiano Giuntoli a comunicarglielo: “Era appena arrivato e non aveva la possibilità di fare altro, mi disse “Guarda, no sei più nei piani e sei fuori rosa”. Pensavo in uno scherzo appunto ma invece era tutto reale”.
Bonucci racconta la separazione dalla Juve
Così gli allenamenti con gli altri emarginati: “Mi allenavo insieme ad altri giocatori che condividevano la mia stessa situazione, chi era rientrato da qualche prestito da o chi rientrava da un infortunio. Ancora oggi non so darmi una spiegazione in verità. O meglio, la so: è stato un gioco di potere. Leggevo alcune cose dai giornali e mi scattò l’allarme. E infatti quando Manna mi telefonò per dirmi che sarebbero venuti a casa, dissi a mia moglie che stava per succedere qualcosa che non ci aspettavamo.
E a proposito della causa contro la Juventus poi interrotta: “Quando la rabbia è scemenza mi sono detto ‘Cosa sto facendo’. Mi sono fermato ma avrei vinto, perché ho vissuto mobbing e c’erano tutte le basi per vincere. Ma allo stesso tempo non mi avrebbe dato niente, la rabbia alla fine era verso chi aveva preso tale decisione e non la Juventus che è stato sempre tutto e sarà tutto anche in futuro”.