Quanti incubi vi ritornano in mente nel leggere il nome di Tiago Mendes? I giovanissimi tifosi juventini potrebbero nemmeno essere a conoscenza della sua esistenza dato che di fatto è stato quasi un fantasma a Torino, ma basta avere qualche anno di esperienza in più per ricordarlo eccome. Parliamo, per chi non lo sapesse, di una delle più recenti meteore passate per il capoluogo piemontese. Un clamoroso bidone, per dirla in maniera più brutale ma probabilmente anche più verosimile.
Eppure sembrava un colpaccio in quei mesi del suo arrivo. Lo dicevano i numeri e le prestazioni viste prima al Chelsea e poi al Lione. A Londra ci gioca appena un anno ma fu determinante per la vittoria della Premier League, coi blues che lo sacrificarono in direzione Francia solo per portare allo Stamford un nome roboante come Michael Essien. In Ligue 1 resta due anni prima del trasferimento in bianconero del 2007 ed è importante in entrambe le annate ai fini della doppia vittoria del campionato per l’OL.
Tiago e la Juve, un flop che spiazzò tuti
Sembrava un acquisto certo, a quel punto, per la Juventus che intendeva rinforzare efficacemente il campionato. E in effetti arriva come il fiore all’occhiello della campagna acquisti di quell’estate Claudio Ranieri. Finché poi tutto l’ambiente gobbo non sbatte con la realtà. Questa è infatti uno choc, col lusitano che sembra appena la copia sbiadita del giocatore ammirato negli anni precedenti. Finché l’allenatore non è costretto, al netto dell’importanza e dei 13 milioni di investimento, a metterlo in panchina e renderlo una riserva per il primo anno sotto la Mole.
Il secondo va già meglio, si esprime più ai suoi veri livelli e sembrava avercela finalmente fatta con prestazioni importanti anche in Champions League. Si infortuna nel suo momento migliore, ma anche al rientro dopo 30-40 giorni la verve è la stessa: tutto però sparisce appena una stagione più tardi nonostante un cambio modulo e anche più congeniale alle sue caratteristiche. La Juventus non può fare altro che svenderlo e indirizzarlo all’Atlético Madrid dove trascorrerà addirittura ben sette stagioni fino al ritiro nel 2017.
La nuova vita di Thiago dopo il ritiro
Un legame col Cholo Simeone che diventa forte, tanto da proseguire anche successivamente alla carriera da calciatore: entra infatti nello staff del mister finché non riceve nel 2020 la sua prima esperienza in panchina alla guida del Vitoria Guimaraes. Esperienza che dura appena tre giornate: dopo una sconfitta, un pareggio e una vittoria si dimette. Ora coltiva ancora il sogno di essere una guida tecnica in panchina. E i tifosi juventini sperano di non incrociarlo mai più, per nessun motivo.