Nicolò Fagioli rompe il silenzio, di nuovo. L’incubo è finito per il centrocampista della Juventus. Almeno la primissima parte. Quella relativa all’opinione pubblica quanto meno nel picco dell’evento, alle conseguenze calcistiche maggiormente scontate e ora – con l’aiuto di società, squadra e famiglia – la strada si mette in discesa. Ce n’è ancora tanta da fare, ma le ultime notizie gli danno un’energia propositiva. Il ritorno in campo con la Juventus con un rendimento anche importante, poi la chiamata del Ct Luciano Spalletti e chissà forse anche il sogno di Euro 2024.
Il 23enne è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport oggi in edicola dove è tornato sulla vicenda: “Quando sono scoppiato a piangere, nella partita con il Sassuolo, non era solo per aver messo in difficoltà la mia squadra, ma perché in quel momento è scesa una cappa nera, tutto mi sembrava negativo, tutto scuro. Avevo sbagliato un pallone, ma il mio errore più grave era dentro di me. Il problema è che non ero più padrone di me stesso”, ha raccontato l’atleta.
Il mostro infatti era già in azione dentro il suo animo: “Il gioco mi aveva divorato la vita, era diventato un assillo, un incubo. Lo so che sono un ragazzo fortunato, che ci sono miei coetanei in condizioni più drammatiche della mia, che non ho titolo per invocare comprensione. Ma non voglio neanche essere ipocrita. Sono stato inghiottito da un vuoto che non guarda in faccia nessuno, non distingue per classe sociale, non premia né assolve in base al talento. Mi sentivo soffocare ma non trovavo il modo di venirne fuori”.
Fagioli racconta poi come tutto è iniziato: “È cominciato tutto come un gioco. Scommettevo, tanto, ma non sulla mia squadra o su di me. Non volevo violare dei principi ai quali credo. So che sembra grottesco che io usi questa parola, ma per me è importante. Pensavo che giocare al calcio e alle scommesse, se le due rette non si incrociavano, non fosse grave. Non ho fatto male allo sport, non ho condizionato risultati o leso diritti di altri”.
Ora è appunto quasi tutto passato, anche se il classe 2001 ne dovrà ancora seguire un percorso e debellare definitivamente i suoi demoni. Nel frattempo è arrivata appunto anche la chiamata di Spalletti a dargli ulteriore coraggio: “Non me l’aspettavo, ma ci speravo. Ora voglio dare la vita per essere nella lista per l’Europeo. Se non dovessi riuscirci, tiferò per gli azzurri”, ha dichiarato il centrocampista pronto in ogni caso a essere rilanciato da Thiago Motta in arrivo alla Continassa.
Questo post è stato pubblicato il 30 Maggio 2024 12:58