Superlega – La Superlega non è morta. Lo fa capire Florentino Perez, presidente del Real Madrid e numero uno dello stesso format naufragato nei giorni scorsi dopo la presentazione a sorpresa. “Il progetto è in stand-by. Il consorzio esiste ancora“, dice alla radio spagnola Cadena Ser lo stesso Perez, che assicura che
“Juventus e Milan non se ne sono andate. Stiamo tutti insieme: riflettiamo, lavoriamo“. Perez ha parlato anche con Joan Laporta, presidente del Barcellona, che “è ancora nel progetto“. “Abbiamo lavorato per anni a questo progetto – aggiunge il presidente del Real Madrid – Forse non siamo riusciti a spiegarlo. Forse oggi lo farò meglio. Non ho mai visto una tale aggressività da parte del presidente Uefa e dei presidenti dei campionati nazionali”.
“Sembrava qualcosa di orchestrato, che volessimo uccidere il calcio, che avessimo appena sganciato una bomba atomica. Mentre stavamo semplicemente cercando di salvare il calcio“.
Perez si definisce inoltre “triste e deluso“, lamenta “l’aggressività, le minacce e gli insulti” arrivati ai 12 club, ma non rinnega nulla o quasi: “Il format della Champions è obsoleto e la competizione diventa interessante solo dai quarti – dice ancora il presidente del Real Madrid – non funziona. L’idea era di un format dove le squadre più importanti d’Europa si affrontano sin dall’inizio: si possono fare più soldi se le big non sono in perdita e il tutto mantenendo la solidarietà verso gli altri”.
Superlega, le parole di Florentino Perez
Per Perez non è ancora tutto finito perché i 12 club fondatori “hanno firmato un contratto vincolante. Potevamo accogliere altre squadre, ma non ci hanno nemmeno dato l’opportunità di spiegare il nostro progetto. Non può essere che chi è davanti ci perda dei soldi e che li guadagnino gli altri. Ma la Superlega è in stand-by, esiste. La Juve e il Milan non se ne sono andati, siamo tutti uniti. E il Barcellona sta riflettendo. Al momento nessuno ha abbandonato la Superlega perché nessuno ha pagato la penale per farlo. Se ci sono soldi, ci sono soldi per tutti, quello che conta è che le partite suscitino l’interesse dei giovani“.
A chi accusa la Superlega di non considerare il merito sportivo, Perez risponde che chi ne faceva parte “se l’era guadagnato sul campo. Sono i club con più tifosi. Oggi ho parlato tre volte con Agnelli, non mi sento solo. Sarebbe un peccato non considerare questo format. E bisognerebbe farlo ora, non possiamo aspettare tre anni. I soldi arrivano con le buone partite, dove c’è competizione. Partite di massimo livello, senza escludere nessuno, come gli incontri fra Federer e Nadal”.
fonte: tuttosport.com