La parola fortuna stride, quando si trova nella stessa frase con Antonio Conte. Se non altro, perché il tecnico leccese è una di quelle persone – non solo sportive – che cerca sempre di ridurre a zero la componente casistica. Eppure, per quanto puoi lavorare su te stesso, ti trovi spesso di fronte agli altri e sulle sfortune o fortune altrui, c’è poco da comandare. Bisogna solo sogghignare, come senz’altro avrà fatto Conte sapendo che domani, nel big match contro il Napoli, ai partenopei mancheranno sia Dries Mertens che Kalidou Koulibaly.
Un caso, si dirà a chi non vuol veder del losco, ed un caso resta: non è stato certo Conte o qualcuno per lui, a spedire Mertens in Belgio ed infierire sul senegalese acciaccato. Riguardando al passato recente però, si scopre che questo caso è un po’ troppo costante, quando l’Inter incrocia una delle prime quattro della classifica.
L’unica sfida in cui non ci sono stati “aiutini” da parte della sorte, per i nerazzurri, è stata proprio contro la Juventus. Invece, contro le due romane, Conte ha potuto preparare la gara con la consapevolezza che agli avversari sarebbero mancati elementi importanti. Fondamentali, anzi. Chiedere a Inzaghi, che ha fine settembre ha ceduto il passo per 1 a 0 ai nerazzurri, con Ciro Immobile a metà servizio. Il capocannoniere del campionato, infatti, entrò solo al 53′, rilevando Caicedo, ma senza incidere come nei momenti migliori di forma.
O chiedere alla Roma, ad esempio ancora, che si è presentata a San Siro senza Edin Dzeko: un giocatore solo, certo, che ha però costretto Fonseca ad inventare Zaniolo punta, perdendo buona parte del potenziale offensivo di squadra. Il risultato? 0 a 0, stranamente. Ora c’è il Napoli, una squadra temibile anche al netto di infortuni e posizione in classifica. E per la Juve, tifare azzurro domani, sembra quasi necessario: difficile, ma necessario. Anche al netto della fortuna.
fonte: ilbianconero.com