Camoranesi intervista – Mauro German Camoranesi, ospite di un evento del Moncalieri Calcio insieme ai ragazzi e ai genitori, ha avuto modo anche di scambiare quattro chiacchiere con Antonio Romano, non solo sul mondo bianconero ma in generale su quello del pallone:
“Eventi del genere mi servono per avvicinarmi alle nuove generazioni, molti ragazzi non sanno neanche che ho giocato. Amo parlare coi più giovani e ascoltare i pareri dei genitori e del presidente della società. Il calcio ti dà tantissime cose a livello di esperienza di vita, a prescindere che arrivi a giocare ad alti livelli o meno”.
“Il compito dei genitori e degli ex giocatori è di non creare illusioni nei giovani. La cosa più importante è poter parlare non solo di calcio, non solo di risultati, ma anche di sport e di passione. Oggi si parla dei giocatori secondo un certo stereotipo, quello che fa, come vive… ma a me piace ribadire sempre un concetto: il mondo cambia tantissimo nel corso dei decenni e ci si deve adeguare, cercando possibilmente di migliorare e senza fare paragoni tra epoche diverse, quello che non cambia mai però è la passione e non bisogna mai perderla”.
PIRLO – “Ha fatto una bella esperienza alla Juventus, poi è andato vicino a trovare una panchina di prestigio ma ora gli tocca aspettare come a tanti altri allenatori. Gli auguro di tornare presto a lavorare e di trovare un bella opportunità”.
LA ROSA ATTUALE – “La Juve ha cambiato completamente identità passando da Sarri e Pirlo e tornando ad Allegri. Sta cercando di tornare a quella della squadra che ha avuto tanto successo vincendo scudetti e arrivando in finale di Champions. Questa rosa non ha le stesse risorse che aveva prima, va detto. Mica la materia prima si compra al mercato: un po’ di tiro a giro, due etti di colpo di testa… In questi anni sono cambiati i giocatori e lo staff, e sta faticando a portare a casa i risultati.”
SEGNALI DI SPERANZA – “Piano piano la Juve si sta rilanciando, deve fare una cavalcata così da ridurre il gap a 8-9 punti alla fine del girone d’andata e poi andarsi a giocare le posizioni di vertice nei 4 mesi decisivi. Solo le società più abituate a stare in testa alla classifica riescono a portare a casa i risultati, come l’Inter recentemente e prima per diversi anni la Juve. Il Napoli è tutto da vedere: adesso è primo, ma quando hai l’obbligo di vincere diventa più difficile portare a casa i risultati. In generale, il campionato ha perso un po’ di qualità rispetto agli anni scorsi: è molto interessante perché ci sono un’Inter, un Milan e un Napoli che se lo contendono, ma il livello delle prime della classe si è un po’ appianato, senza una squadra molto superiore alle altre. Per questo, con una bella cavalcata come dicevo prima la Juve può ambire a pensare di poter vincere lo scudetto: non sarà facile, ma in questa Serie A un pelino livellata ha il blasone e l’esperienza, anche dello stesso Allegri, per stare là davanti”.
LA CHAMPIONS – “In altri anni in cui non sembrava in grado di arrivare fino in fondo, alla fine ce l’ha fatta. Questo girone fa ben sperare”.
LE WOMEN – “Ho avuto modo di conoscere le ragazze bianconere e sono rimasto sorpreso dalle loro doti fisiche e tecniche: in Italia non hanno avversarie”.
FONDAMENTALE: IL DRIBBLING – “Cuadrado, che ha deciso la partita contro la Fiorentina, perché diventa fondamentale? Perché ha il dribbling! A volte riguardo i video di Sivori, mi fa impazzire con quel dribbling a maggior ragione con quei campi e quei palloni. E nel calcio di oggi, il dribbling è ancor più importante perché non viene tramandato ai ragazzi: a tutti i livelli senti dire ‘fai il passaggio così, fai la diagonale, fai uno-due tocchi’ ma nessuno dice ‘vai, dribbla’. Quindi chi ha la capacità fisica e tecnica di eseguire questo gesto fa davvero la differenza. Poi vabeh, Cuadrado ha tutto: è veloce, intelligente, umile, sa difendere e sa come muoversi, ma ha il dribbling. Ho sempre sperato che diventasse il giocatore che poi è diventato, ce ne fosse di Cuadrado!”
L’ITALIA – “Lo ammetto, non mi aspettavo il trionfo agli Europei. Alla fine la Nazionale è riuscita a vincere mostrandosi sempre superiore alle avversarie, andando in difficoltà solo contro la Spagna e nel primo tempo della finale con l’Inghilterra. Il c.t. Mancini e i loro ragazzi sono andati contro a una critica internazionale sempre severa con gli Azzurri, e hanno fatto vedere che si può vincere giocando bene anche se sei l’Italia! Mondiali? Dopo la delusione della mancata qualificazione a Russia 2018, me lo augurerei per la squadra e per tutto il popolo. La Nazionale si è ricostruita in poco tempo e con grande personalità, Chapeau!”.
fonte: ilbianconero.com
Questo post è stato pubblicato il 9 Novembre 2021 14:13