Caso Suarez – Sta facendo molto rumore l’interrogatorio di Luis Suarez alla Procura di Perugia. E un passaggio del botta e risposta con gli inquirenti può essere molto interessante per la Juventus, perché di fatto Suarez chiarisce di aver informato i suoi esaminatori della rottura della trattativa con i bianconeri prima di effettuare l’esame. Quindi gli esaminatori sapevano, quando hanno allestito l’esame – diciamo – “semplificato” per il calciatore, che questi non era più un obiettivo per la Juventus e che la Juventus non era interessata a fargli ottenere il passaporto. Ma andiamo con ordine.
ALTRA SOFFIATA – Le parole del giocatore uruguaiano ripercorrono la vicenda di mercato della scorsa estate che, per qualche giorno lo aveva visto vicino alla Juventus. E, in particolare, Suarez chiarisce i fatti legati l’esame farsa all’Università per gli Stranieri di Perugia, indispensabile per ottenere la cittadinanza italiana. Si tratta dell’ennesimo documento secretato, ma agilmente trapelato da un’indagine non proprio a tenuta stagna, nonostante «l’indignazione» del capo della Procura Raffaele Cantone, che a settembre si era infuriato per le reiterate violazioni del segreto istruttorio. «Sono indignato per quanto successo finora compreso l’assembramento dei mezzi d’informazione oggi sotto alla procura. Faremo in modo che tutto questo non accada più», aveva detto il 25 settembre scorso. Da quel giorno, con cadenza piuttosto regolare sono arrivati a media pezzi di interrogatori o notizie sull’indagine.
IL DOCUMENTO – Questa volta, il quotidiano la Repubblica ha pubblicato l’interrogatorio integrale del giocatore, la cui lettura non offre sostanziali novità rispetto a quanto era già ampiamente noto. Tuttavia si vive la vicenda dal punto di vista di Suarez. Che spiega: «Verso fine agosto, inizio settembre, ho ricevuto prima una chiamata da Nedved, poi da Paratici. No, all’inizio era soltanto per sapere se ero interessato alla trattativa. Dopo se n’è occupato il mio avvocato». Del tutto confermato, quindi, il racconto di mercato che, anche su Tuttosport, era stato diffuso. Chiamata Suarez-Nedved per sondare la disponibilità. Altro contatto Suarez-Paratici e poi la trattativa inizia fra Paratici e l’avvocato di Suarez che, nei primi giorni di dialogo omette di dire a Paratici che Suarez non ha il passaporto italiano, come invece era indicato in molti siti specializzati. Spiega Suarez: «Non ricordo esattamente quando, ma a un certo punto Paratici mi disse che mi avevano contattato perché pensavano che avessi il passaporto italiano come mia moglie. Gli risposi che non lo avevo, avevo solo iniziato a fare la relativa pratica chiedendo tutti i certificati necessari nei Paesi in cui ho vissuto». Anche qui è tutto coerente con il racconto che tutti i tesserati juventini hanno sempre diffuso, ovvero che quando si rendono conto che Suarez non ha il passaporto la trattativa si raffredda. Paratici chiede aiuto al ministro Paola De Micheli, sua amica d’infanzia, che lo indirizza attraverso un funzionario dle Ministero verso l’Università per stranieri di Perugia, ma Paratici si rende conto che aspettare le tempistiche per ottenere il passaporto può far saltare il tesseramento e abbandona la trattativa.
fonte: tuttosport.com
Questo post è stato pubblicato il 16 Marzo 2021 2:18