CONFERENZA SARRI JUVE–FIORENTINA – Maurizio Sarri parla in conferenza stampa alla vigilia di Juventus–Fiorentina, gara valida per la 22° giornata di Serie A che si svolgerà domenica 02 febbraio alle ore 12:30 all’Allianz Stadium di Torino. Sarri ha parlato in conferenza dalla sala stampa dello stadio torinese. Ecco le parole del tecnico bianconero riportate da ilbianconero.com:
“Critiche post Napoli? Io delle polemiche ne so poco, mi sembra che sia strano strumentalizzare una frase di una ovvietà e di una banalità come quella che ho detto. Uno che lavora tre anni resta affezionato al gruppo con cui ha lavorato tre anni con ragazzi che ti hanno permesso di arrivare e poi al top dei club italiani come alla Juve, uno resta affezionato, penso che succeda in tutti i luoghi di lavoro, c’è gratitudine perché da lì è partita un’escalation che mi ha portato nella più grande società italiana”.
Conferenza Sarri Juve-Fiorentina, le parole del mister
” I numeri non sono preoccupanti, perchè il percorso è buono, in campionato, Champions League e Coppa Italia. Detto questo, tutti abbiamo la sensazione di poter far meglio, specie nella continuità. I cali sono arrivati alla fine di mini cicli, a dicembre e gennaio. Il tifoso juventino si conquista con i risultati ma i tifosi devono arrabbiarsi perché abbiamo giocato male, è giusto che siano arrabbiati per la prestazione e il risultato”.
“La Fiorentina difende con intensità e densità non comuni e sa ripartire, come dimostrano i risultati delle ultime partite. Noi dovremo muovere velocemente la palla per evitare traffico. In difesa, non dovremo perdere le posizioni”.
DIFESA – “Preoccupare no, tutto ci deve far riflettere, i numeri e le statistiche devono dare conferme a quello che vedi. Non sono sicuramente numeri preoccupanti perché il percorso è buono, possiamo aver fatto qualcosa di meno in campionato, abbiamo fatto un pò meglio in Champions rispetto all’anno scorso così come in Coppa Italia, il percorso a livello di risultati e numerico è buono, che tutti noi abbiamo la sensazione che possiamo fare qualcosa di meglio soprattutto a livello di continuità è indubbio. Non abbiamo dati preoccupanti in questo momento, abbiamo solo partite che sono preoccupanti e non so se casualmente o no tutte e due sono arrivate entrambe alla fine di un ciclo: l’ultima di dicembre e l’ultima di gennaio. La sesta di dicembre e la sesta di gennaio. Questo va preso con beneficio di inventario perché per diventare un problema vero, reale, si deve ripetere con più continuità. Per ora iniziamo a monitorare”.
FIORENTINA – “Difende con una densità non comune, con un’applicazione e aggressività non comune in questo momento della stagione, soffoca tutti gli spazi agli avversari con questa fase difensiva bassa poi ha giocatori di buona accelerazione e gamba per le ripartenze, i risultati delle ultime partite lo stanno a dimostrare, penso che dal punto di vista offensivo la qualità migliore dovrà essere muovere la palla velocemente perché altrimenti si rischia di trovare traffico. Dal dal punto di vista difensivo la capacità di non perdere le posizioni per trovare continuità offensiva e cercare di fermare sul nascere le ripartenze degli avversari”.
KHEDIRA – “Mi sono perso negli ultimi giorni perché ha avuto 3-4 giorni di influenza e quindi non era in campo. Sta procedendo la fase di riatletizzazione, era ancora aggregato al gruppo, i tempi in questo momento non sono facilmente valutabili, non è un percorso lungo comunque secondo lo staff medico ma valutare i giorni in questo momento è un pò presto”.
FUTURO – “Mi piacerebbe vincere qualcosa più che altro. Vorrei essere ricordato per qualche vittoria anche se alla Juve non è facile neanche quello, è una società così abituata alla vittorie che è difficile anche essere ricordati per quello. Intanto mi piacerebbe iniziare a vincere qualcosa di importante”.
TRIDENTE – “Lazio e Napoli? Queste sono partite che secondo me dal punto di vista tattico non possono fare testo. Se arrivi a una partita con poche energie nervose, mentalmente scarico, va a influire su tutto. Non puoi prendere come punto di riferimento una partita in cui hai la consapevolezza di esserci arrivato senza energie mentali e nervose. E’ difficile valutare perché senza energie mentali e nervose, la prestazione fisica decade, la prestazione tattica decade perché l’applicazione e l’attenzione di seguire la palla sempre e comunque è sempre un attimino ritardata quindi la squadra si allunga, a livello di fase offensiva inizi a giocare a 5 tocchi perché la mente non è brillante e diventa tutto diverso da quello che vorresti vedere”.
“Sono partite che non vanno prese in considerazione dal punto di vista tattico ma vanno prese in considerazione perché in certe partite arriviamo scarichi, in Coppa Italia con la Roma abbiamo fatto la miglior partita fisica della stagione per quantità e qualità di corsa e dopo 4 giorni facciamo una prestazione nettamente inferiore. La condizione fisica di un uomo non può cambiare in quattro giorni, la stanchezza non può essere un alibi perché in 4 giorni sono sufficienti per recuperare e in più abbiamo fatto 5-6 cambi vuol dire che una condizione mentale non ottimale va a influire su tutto. Quando facciamo partite di grande energia e carica nervosa possiamo prendere in considerazione tutti gli altri aspetti, se partiamo da una condizione mentale scarica gli altri aspetti sono poco considerabili secondo me”.
PJANIC – “Aveva solo una grossa contusione, ha approfittato per fare anche delle cure per un piccolo problemino che aveva prima, da qualche giorno è aggregato alla squadra sta facendo tutto con noi quindi è disponibile”.
BUFFON – “Gioca? Non so, so per certo che da qui alla fine la partita la farà sicuramente, ne giocherà più di una, stiamo giocando una volta alla settimana quindi c’è meno bisogno di rotazioni, tra 10 giorni ricominciamo a giocare ogni tre giorni e quindi Buffon entrerà normalmente nelle rotazioni e farà tutte le partite che gli servono per tutti i record che gli servono”.
CENTROCAMPO – “Dipende che tipo di partita dobbiamo giocare, in certe partite Matuidi, lo sapete tutti per quali motivi, in altre possiamo giocare con Rabiot che sta crescendo, dipende dalle situazioni che prevediamo di trovare in campo, poi è anche difficile prevedere le situazioni, dipende esclusivamente dal tipo di partite che andiamo a giocare. In questo momento se mi dici se uno è davanti all’altro in certe partite ti dico di sì e in altre ti dico di no”.
EMRE CAN – “Sono situazioni normali, sono arrivato alla Juventus in un gruppo di 27 giocatori senza chiedere niente. Ho cercato di lavorare su questo gruppo di 27 giocatori, se poi su 27 giocatori ce ne sono 1-2 che hanno difficoltà di inserimento in un certo tipo di gioco, in un certo tipo di percorso mi sembra la cosa più normale del mondo. Sono delle conseguenze naturali. Il fatto che Emre Can abbia avuto difficoltà a inserirsi in questo modo di giocare non va ad inficiare sulle qualità di Emre Can che magari in un altro modo di giocare diventa un calciatore basilare. E’ qualcosa che succede a qualsiasi gruppo con qualsiasi cambio di allenatore”.