Non solo le intercettazioni. La Gazzetta dello Sport riporta oggi anche le parole di Cherubini agli inquirenti a partire da uno dei documenti esaminati dai pm, il “Libro Nero FP”, dove la sigla finale si riferisce a Fabio Paratici.
Ecco le due dichiarazioni: “Sono gli appunti che mi sono fatto a marzo/aprile 2021 nel momento in cui sono a discutere con Fabio il mio rinnovo contrattuale erano nove anni che stavamo lavorando insieme; abbiamo condiviso cose meravigliose, devo a Fabio il fatto di essere arrivato alla Juventus; sulla base di questo rapporto, nel momento in cui Fabio aveva avuto il mandato per organizzare l’area sportiva nella stagione successiva, mi chiama per il contratto”.
“Per me il contratto è fondamentale ma viene prima il rapporto. Se non chiarisco una serie di cose, che sono quelle che trovate scritte qua, io non volevo andare avanti. In questo documento metto i profili di criticità nel rapporto con Fabio. Avevo ricevuto offerte di iniziare un percorso diverso in altri club e per la prima volta ho pensato di andarmene. L’anno scorso la stagione anche dal punto di vista sportivo era deludente; io mi sono detto anche per fedeltà di provare ad andare avanti ma con patti chiari”.
STRATEGIE DIVERSE – “C’era una differenza di vedute. Per me sacrificare dei ragazzi giovani era un peccato, per lui raggiungere lo stesso obiettivo cedendo un giocatore della prima squadra significava compromettere la competitività. Le faccio l’esempio di Kean, che abbiamo venduto e poi siamo andati a ricomprarlo. […] Se il mercato non ci dava opportunità, polverizzare il mercato con operazioni sui ragazzi non andava bene. L’alternativa era vendere asset della prima squadra. […] Più volte mi sono lamentato con Fabio che il valore che stavamo dando a quei giocatori non era congruo. In riunioni avute con il resto della dirigenza, si è valutato il fatto che dovevamo andare verso un progetto tecnico diverso e che il ricorso alle plusvalenze non dovesse più essere una caratteristica della nostra gestione”.