Conte Coronavirus – Giuseppe Conte ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Stampa. Qui trovate alcune delle sue dichiarazioni in merito all’emergenza Coronavirus che sta colpendo tutta l’Italia:
Perché Centro e Sud Italia devono accettare le stesse restrizioni del Nord, dove sono concentrati morti e malati? I numeri sono profondamente diversi.
«Stiamo adottando tutte le misure ritenute necessarie per contenere l’epidemia al Centro ed evitare che esploda al Sud. Con tutta la squadra di Governo, in collaborazione con le autonomie territoriali lavoriamo anche di notte per scongiurare questo scenario. Gli italiani rimangano a casa, tanto al Nord quanto al Sud. Non ci sono alternative».
Conte Coronavirus, l’intervista del presidente del Consiglio
Il governatore Fontana continua a dire: se il governo non ci ascolta faremo da soli. Il 30% dei ricoverati in terapia intensiva in Lombardia non ce la fa.
«Con il governatore Fontana abbiamo collaborato fin dall’inizio, ogni decisione che abbiamo preso è stata valutata insieme, seguendo le indicazioni del comitato tecnico-scientifico. Stiamo facendo tutti degli sforzi straordinari. Dall’inizio dell’emergenza sono aumentati del 50 per cento i posti letto di terapia intensiva su tutto il territorio nazionale, e di oltre il 70 per cento in Lombardia. E nei prossimi giorni aumenteranno ancora. Siamo al fianco dei milanesi, dei lombardi e di tutti coloro che lottano negli avamposti di questa durissima battaglia. È una battaglia che riguarda il Paese intero e che va combattuta da tutti, restando uniti».
Presidente Conte, l’Italia resta chiusa fino al 3 aprile. E dopo? Quando finirà questa crisi?
«È presto per dirlo. Questi saranno i giorni più difficili perché non abbiamo raggiunto la fase più acuta del contagio e i numeri cresceranno ancora. Siamo in attesa, nei prossimi giorni, degli effetti delle misure adottate. Lo avevo detto da subito che non si sarebbero visti nell’immediato. Le restrizioni sono quelle indicate anche dal Comitato tecnico-scientifico. Adesso abbiamo compiuto un nuovo passo in avanti, chiudendo tutte le attività produttive che non sono strettamente necessarie né indispensabili a garantirci i beni e i servizi essenziali. Ma molto dipende dal comportamento responsabile di ciascuno di noi: se tutti, e ribadisco tutti, rispettiamo i divieti, se ognuno fa la propria parte, usciremo prima da questa prova difficilissima».