Gonzalo Higuain, attaccante della Juventus, parla del suo futuro a Fox Sports.
STO BENE – “Adesso sto bene, riposo e penso. Il 24 torno ad allenarmi e ho ancora un anno di contratto in Italia. Devo presentarmi e vedere cosa succede col nuovo allenatore (Andrea Pirlo, ndr). Sicuramente sarà una dinamica diversa. La MLS? Molti giocatori ci vanno, sarebbe bello sì, ma adesso sono qui. Vediamo che succede”.
IL FUTURO – “Dopo il calcio non diventerò un allenatore a causa dello stress mentale e fisico che comporta. Tutti gli allenatori arrivano coi capelli neri, se ne vanno tre anni dopo coi capelli grigi”.
RIVER – “Il River? Non mi manca il calcio argentino, mi piace guardarlo… ma no. Sono partito giovane e oggi l’Argentina dovrebbe aprire gli occhi perché tanti giocatori esitano a tornare, soprattutto per il futuro delle loro famiglie. Molti ora vanno negli Stati Uniti, in Cina, o l’Arabia Saudita”.
LAUTARO – “Ha grandi possibilità di essere il mio erede. È un giocatore giovane, con ottime qualità e spero che sarà il numero 9 in nazionale per molti anni”.
MESSI VS RONALDO – “Non so se Messi alla fine possa lasciare il Barcellona e non so cosa stia pensando ora. È una situazione difficile e drammatica in un club dove ha vinto così tante cose. È una domanda per lui e solo lui può dare la risposta. Spero che accada il meglio per lui, ciò che lo rende felice. Giocare con Messi e CR7? Condividono il fuoco interiore di voler rimanere nell’élite del calcio per così tanto tempo. Non è facile. Negli ultimi 15 anni hanno vinto undici Palloni d’Oro e hanno dominato nell’ultimo decenni”.
NAPOLI – “Ora che c’è il coronavirus potrei tornarci indossando la mascherina, tanto nessuno mi riconosce. Non credo che dobbiamo parlare di perdono per un tradimento. Alla fine sono scelte che si fanno in carriera, per migliorare, per essere felici. Bisogna pensare a questo e non mi pento di quel trasferimento. Pensate a quanti giocatori sono passati dal Boca al River, dall’Inter al Milan, come Ronaldo o Pirlo, o dal Barcellona al Real Madrid. Anche mio padre. A Napoli stavo bene, ho fatto il record di gol con 36 in un solo campionato, cantavo e ballavo con loro, poi è arrivata la Juve e che dici no?”.
DA CALCIATORE – “Voglio che la prossima generazione possa imparare e sapere cosa significa essere un calciatore, che non è giocare in piazza con i propri amici. Voglio mostrare loro quello che ho vissuto. Non lo proietto nel mio Paese perché la società non è quella giusta. Oggi i bambini sono molto consapevoli di ciò che diranno e sono influenzati da ciò che i loro genitori hanno detto loro di me. Quindi, il bambino imparerà in un modo diverso. Penso che in Europa quella crescita sia stata diversa, mi rispettano più all’estero che lì”.
Fonte: ilbianconero.com
Questo post è stato pubblicato il 18 Agosto 2020 1:10