Inchiesta plusvalenze e stipendi – Inchiesta, timori, giudizi, futuro. Sul piatto c’è tanto, tantissimo, ma come scrive Tuttosport: “La Juve non trema”, ed ecco perché. “Da quando è scoppiata la bomba mediatica – si legge – sulla scena hanno dominato i titoli che riprendevano le tesi dell’accusa, infiorati da stralci di intercettazioni decontestualizzate e comunque funzionali ad aumentare il clamore della vicenda, mentre la parte indagata, ovvero il club juventino, ha preferito non esporsi, anche per evitare di anticipare quella che sarà la propria linea e condotta difensiva. Che verrà svelata solo nel momento in cui le parti avverse si confronteranno nella prima udienza”.
Profilo basso, ma sbaglia chi pensa che possa valere in questo caso il principio per cui “chi tace acconsente”, con la Juve che ha scelto le vie istituzionali e meno clamorose per esplicitare la propria posizione, tra bilanci rinnovati e parole di Elkann, che si è detto sicuro della liceità del lavoro svolto dal cugino Andrea Agnelli.
Come si legge, “nel frattempo comincia lentamente a stemperarsi il clima e la temperatura intorno a questa querelle – ora si cominciano a leggere più previsioni sul fatto che dal punto di vista sportivo il tutto potrà tradursi in ammende e molto difficilmente in punti – (va ricordato che lo stesso procuratore federale Chinè a seguito della sua indagine sulle plusvalenze chiese per 11 società sanzioni e non punti, peraltro perdendo nei due gradi di giudizio), la Juventus non trema per questa inchiesta che ha come pilastri principali la contestazione delle plusvalenze e la manovra stipendi”. In mertio alle prime il pensiero è che debbano essere considerate parte integranti del sistema, con la stessa Consob che non ne contesterebbe la fraudolenta artificiosità ma la natura giuridica, mentre sul caso stipendi la contestualizzazione nella situazione di emergenza nazionale per il Covid può fare la differenza, con l’eventuale errore sarebbe riferibile esclusivamente alla collocazione temporale delle poste.
E non solo: “C’è poi da aggiungere che se la Consob avesse riscontrato reati riferibili alla falsità bilancistica avrebbe avuto l’obbligo di trasmissione di notizia di reato, mentre sono emersi profili di non conformità dettati da diverse interpretazioni di alcuni principi contabili tra la Juventus e la Consob stessa”, chiosa il quotidiano.
fonte: ilbianconero.com