Intervista Buffon Sky – Gigi Buffon, a Sky Sport, analizza la vittoria e spiega l’addio alla Juve.
RECORD – “I numeri? Dicono questo, so anche che nella vita è meglio nascere fortunati che bravi. Sicuramente c’è anche una dose di fortuna nel fatto che per adesso la stagione mi sia andata in questo modo. Al di là di tutto, la cosa della quale sono felice e orgoglioso è che oggi ho visto una squadra come piace a me. Una squadra che voleva vincere, non che ci provava. Umile e operaia”.
LA JUVE – “Penso che la Juve, e il mister, siano stati sfortunati. Non c’è stato modo di preparare la stagione. Il pre season è determinante se hai un tecnico che vuole dare un’idea alla squadra molto chiara. Poi siamo stati discontinui. Con le grandi abbiamo sempre fatto vittoria, pareggio, poi vittoria e sconfitta. Il livello c’era, ma è mancata l’intensità emotiva e mentale per non buttare via i 5 punti con Benevento e 5 Fiorentina. Non è che è passato chissà dove lo scudetto. Magari li facevi altri anni e poi ti giocavi lo scudetto”.
L’ADDIO – “Tolgo il disturbo? E’ stato un modo mio per chiudere la frase. Era una maniera goliardica, ho sempre fatto dell’autoironia una chiave importante per surfare le cose difficili. Io sono Gigi Buffon e mio padre è Adriano. Dopo tre giorni che il suo amico è a casa, è infastidito. Quando hai 20 anni che sei in un posto, magari è giusto farsi da parte, lasciare spazio agli altri. Era un modo simpatico per chiudere un ragionamento. Spero che tutti lo capiscano”.
Intervista Buffon Sky, le parole dopo Sassuolo Juve
CONTINUARE – “Non ho segreti e l’ho già detto prima, sono arrivato alla Juve 20 anni fa che ero un ragazzo che aveva una bussola che talvolta non faceva. Dopo 20 anni vado via dalla Juve come uomo felice. E’ il più grande risultato ed è il premio più grande che mi potesse dare la Juve. Uscire senza rimpianti e cose stupide. Adesso ho avuto e per fortuna qualche proposta bella, voglio vedere tra 20 giorni se ho ancora entusiasmo, voglia, voglia di far fatica per essere ancora protagonista e Buffon. Se mi sedimenta una buona proposta, prendo e accetto di giocare. Sono nell’età dell’oro dello sportivo: posso scegliere la cosa che mi possa dare più felicità”.
DIRIGENTE – “Ho comunicato questa cosa a inizio gennaio, ad agosto ho avuto una proposta che mi ha fatto traballare che avrei accettato, era stimolante e mi piaceva. Ma mi erano venuti incontro con il contratto, si sono comportati in maniera divina. Stava arrivando Andrea Pirlo e avrei creato un piccolo problema. Devo rappresentare sempre una persona affidabile per la Juve. Magari se sto bene ci riprovo adesso. 43 anni l’età dell’onnipotenza? Non ditemelo, magari ci credo!”.
PROVARE E VINCERE – “Per l’amor di Dio, ognuno si prende le critiche del caso perché è giusto che sia così e siamo forti e abbiamo fatto meno rispetto a quanto aspettarsi. Ma c’è un gruppo di ragazzi che ha vinto 9 campionati e fatto quanto fatto. Dovevamo fare meglio e dovevamo essere in Champions, nessuno obietta nulla. Ma lo sport ci sta, un anno può andare male. Da giocatore e da tifoso mi sentirei di ringraziare tutti, vengono tritati tutti e mi sembra eccessivo. Nove anni così non so quante società avrebbero fatto questo. Pirlo è stato aiutato a sufficienza? Con qualche punto in più, sicuramente. I risultati si fanno con i punti. Con 6-7 punti in più non mi avreste fatto questa domanda. Pirlo è come mio fratello, mi sono speso per lui come per gli altri compagni”.
fonte: ilbianconero.com