Intervista Dybala – In una lunga intervista rilasciata alla rivista Vanity Fair, Paulo Dybala ha toccato tanti temi che riguardano la sua vita privata, la famiglia, le sue passioni e i passatempi: “Me la cavo nel giocare a scacchi, ho partecipato a dei tornei in Argentina con buoni piazzamenti. Sono paziente, studio le mosse dell’avversario e gli faccio male quando posso”.
“Sono una persona che sa aspettare, che sa concentrarsi e fare le mosse giuste al momento giusto. Nel lavoro cerco di concentrarmi sugli obiettivi a corto raggio”.
LA FAMIGLIA – “Ho gli occhi verdi, li ho presi da mio nonno paterno. È morto quando avevo 4 anni, è arrivato in Argentina dalla Polonia e si dice che abbia dormito per due settimane in un campo di grano”.
“Sono orgoglioso di quello che ha creato e dei suoi insegnamenti che sono arrivati a me attraverso mio padre. Papà era un uomo tranquillo che amava il calcio più di ogni altra cosa e in questa cosa gli somiglio, così come nella riservatezza e nell’amore per le auto. Sposerò Oriana? Magari più avanti”
CORONAVIRUS – “Io l’ho già avuto, sono i tifosi a doversi preoccupare quando incontrano me. I negazionisti hanno lo stesso valore dei terrapiattisti, non fatemi aggiungere altro…”
ACQUISTI… ESOSI – “Una maglia di Del Piero, all’asta, mi è sfuggita per un soffio. E una di Maradona indossata in una partita contro il Brasile, che qualcuno ha accettato di pagare più di me”.
“Se comprerei la statua del suo piede sinistro che stava facendo costruire Maradona prima del ricovero? Dipende da quanto c’è da spendere. 20mila euro? Per quella cifra, subito. Stavo pagando di più per la sua maglietta numero 10”.
fonte: ilbianconero.com
Questo post è stato pubblicato il 12 Novembre 2020 0:26