Intervista Pirlo UEFA – Messosi alle spalle il pari di Crotone, con tutte le polemiche conseguite, Andrea Pirlo ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali della Uefa alla vigilia del debutto stagionale in Champions League (domani a Kiev alle 18.55 contro la Dinamo).
Da giocatore era famoso per la sua calma con la palla ai piedi. Possiamo aspettarci lo stesso approccio a bordo campo?
In panchina è decisamente più stressante. In campo decidevo io cosa fare con la palla; a bordo campo posso solo dirigere, ma gli altri interpretano il loro ruolo e quindi è un po’ più difficile. Quando giocavo avevo un certo stile, potevo partecipare ed essere decisivo in campo. Ora devo farlo dalla panchina.
È stato paragonato a Guardiola per il ruolo che avevate e perché avete iniziato subito ad allenare un grande club. Lo considera un modello di comportamento?
Guardiola è un esempio per tutti noi, è uno dei migliori. È dato una strada da seguire ai giovani allenatori che volevano promuovere un certo tipo di calcio offensivo. Ognuno di noi ha le sue idee e vuole portarle avanti, ma lui è sicuramente un modello per tutto il movimento calcistico. Mi piace il suo stile di gioco: attaccare sempre e influenzare il gioco per poter gestire sempre le situazioni. Questo deve essere il nostro obiettivo per il futuro.
Quale dei suoi allenatori l’ha ispirata di più?
Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi allenatori. Da Lucescu, che è stato uno dei primi, a Brescia – un autentico maestro – fino a Lippi, Ancelotti, Conte e Allegri. Ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni dei migliori tecnici al mondo e sono felice di aver avuto questa opportunità. Proverò a prendere qualcosa da ognuno di loro.
Da giocatore ha affrontato diverse volte Cristiano Ronaldo: lo ha anche battuto 3-0 in una famosa partita con il Milan, forse una delle migliori prestazioni di una squadra in Champions. Ha mai pensato che un giorno lo avrebbe allenato?
No, non lo avrei mai immaginato, ma sono contento di avere a disposizione un grande del calcio e di vederlo allenarsi e giocare. Per me e per tutta la squadra è un grande piacere. A 35 anni lavora come un ragazzo, con la stessa passione e la voglia di impegnarsi ogni giorno. È un esempio per tutti.
Quanto è speciale la Champions League per lei?
La Champions League è un sogno per tutti quelli che giocano a calcio, regala emozioni forti fin da quando senti l’inno. Ho avuto la fortuna di giocare quattro finali e di vincerne due, quindi so cosa significa vincerla e perderla: perdere fa male, vincere è assolutamente fantastico.
Quanto può arrivare lontano la Juve quest’anno?
La Champions League è molto difficile e dipende da piccoli momenti e dettagli. Il periodo più difficile è intorno a marzo, quando alcune squadre devono ancora riprendersi dalla sosta invernale mentre altre sono già in forma. A volte ci vuole un po’ di fortuna, magari un sorteggio favorevole.
fonte: ilbianconero.com
Questo post è stato pubblicato il 19 Ottobre 2020 12:55