Romelu Lukaku si è raccontato al Times, rivelando anche un retroscena sul suo mancato arrivo alla Juve, con Conte in panchina. L’attaccante dell’Inter ha dichiarato: “Conte mi ha portato a un altro livello. Quando mi voleva alla Juve? Sentendo la sua voce ho capito che qualcosa stava succedendo quando mi parlava, quindi ho deciso di non firmare”. Poco dopo Conte si dimise, lasciando la Juve dopo appena tre giorni di preparazione. Quella squadra venne affidata ad Allegri che arrivò in finale di Champions nella stessa stagione.
Il centravanti belga ha aggiunto: “Un anno fa, quando ero in Inghilterra, ero ‘pigro, non correvo, non facevo questo e quello’. Qui mi chiamano il lavoratore più duro nello spogliatoio. Se mi guardi giocare qua e là, voglio dire, ci sono miglioramenti, sì, ma lo stesso Rom è ancora qui”.
‘LENTO‘ – “Mi chiameranno lento e io penso: ‘Lento? Io, lento? Non riesco a tenere il passo con il veloce gioco del Man U? C’erano troppe piccole cose in cui pensavo che le critiche non fossero giuste. Uno lento non segna un gol come ho segnato il secondo contro lo Shakhtar Donetsk nella semifinale di Europa League. Se fossi stato lento non avrei preso il rigore come ho fatto contro il Siviglia in finale. Sono passati due anni. Hai intenzione di dire che a 27 anni sono più veloce di quando ne avevo 25 anni? È questo che sto cercando di dire sulle critiche ingiuste. Sono solo piccole cose”.
SULL’INTER – “Quando ero in Inghilterra, c’erano giocatori inglesi qui, giocatori francesi là, altri giocatori stranieri là. È davvero tutto come un miscuglio della squadra, ma all’Inter sono tutti insieme. Tutti parlano italiano prima di tutto, quindi è una buona cosa. C’è una lingua. Tutti parlano italiano. Quando Ash (Young ndr) è arrivato con Victor e Christian eravamo sempre insieme perché ci conosciamo dalla Premier League e per un po’ ho tradotto per loro, ma una volta che Ash ha imparato le basi dell’italiano è finita. Quando andiamo ad allenarci l’allenatore parla con Ash in italiano e lui capisce perfettamente, oppure gli parlano e lui risponde in inglese ma capisce perfettamente quello che dicono i ragazzi e lo rispettano”.
L’ITALIA DI LUKAKU – “Io e mia madre parliamo quattro o cinque volte al giorno. Riguardo a cosa? Niente. A volte guarda qualche programma in TV in Belgio e mi chiama e dice: “Metti questo programma”. Lo guardiamo e restiamo su FaceTime in questo modo e ridiamo. Sono io che sono lì senza esserci. Mio figlio ora sa come chiamare. Quando guarda i cartoni mi chiama e non dice una parola solo “papà, papà, papà”. Gli mostro lo spogliatoio e il campo e lui si emoziona”.
fonte: ilbianconero.com
Questo post è stato pubblicato il 3 Ottobre 2020 16:57