Morata intervista oggi – Chiusa la stagione con la Juve con 20 gol e 12 assist in 44 presenze, Alvaro Morata si prepara a vivere un Europeo da protagonista con la sua Spagna (i lusitani sono nel Gruppo E insieme a Svezia, Polonia e Slovacchia). L’attaccante madrileno è intervenuto ai microfoni di Radio MARCA, dove ha parlato anche del suo futuro:
“Non lo so dove giocherò. Sono qui. Juanma (il suo rappresentante ndr) è quello che si occupa di tutto. Non ho notizie e domani mi chiamerà e mi dirà: ‘devi giocare qui’. Abbiamo una casa a Madrid e lì stiamo molto bene. Negli ultimi 6-7 anni è l’estate in cui sono più calmo”.
Poi passa a parlare del capitolo Nazionale e del prossimo Europeo (11 giugno-11 luglio): “È stato un anno complicato. Alla fine in Nazionale la stagione non conta. L’importante è che tu abbia fatto bene per l’allenatore. Ho lavorato con la mia squadra tutto l’anno e non vedevo l’ora di essere qui. Pensiamo tutti di avere molte opzioni. Sono felice di essere qui”.
Morata intervista oggi, le parole sulla Juve e l’Europeo
Morata porterà sulle spalle la numero 7. Un numero pesante dalle parti di Madrid: “È un orgoglio e anche una responsabilità. Sono cresciuto vedendo attaccanti che hanno indossato quel numero e sognando di indossare la maglia della Spagna con quel numero. Mi motiva molto”.
L’attaccante della Juve commenta così l’assenza di Sergio Ramos e degli altri calciatori del Real Madrid: “È un peccato che non fosse al top o che la decisione di Luis Enrique sia stata quella. Lo amiamo molto e ricordiamo tutti quelli che non ci sono. Ma dobbiamo andare avanti”.
A proposito del divorzio tra Zidane e il Real Madrid ammette: “Lo rispetto molto. Con me si è comportato meravigliosamente e ogni volta che lo incontro inizio a chiacchierare con lui. Gli auguro il meglio. La verità è che non mi interessa molto di quello che succede al Real Madrid. E io personalmente gli auguro il meglio”.
Poi sul rapporto speciale con CR7: “È sempre stato buono. È vero che quando eravamo a Madrid la differenza di età si notava un po’ di più. Io ero più un bambino e in diverse cose della vita divergevamo. Ricordo in un preseason che mi ha regalato un iPhone e mi ha trattato alla grande. Capisco che in quel momento volevo giocare con un altro compagno per pretendere il massimo. Adesso gli parlo di tutto. È come uno zio molto colto, che racconta tanti aneddoti. All’ultima cena di squadra si parlava di cibo e nutrizione e ci ha chiesto qual era il record di una persona senza mangiare. Nessuno lo sapeva e siamo rimasti sorpresi perché sa tutto. Gli piace leggere e imparare”.
fonte: tuttosport.com