La caduta degli Dei. Perché Khedira lo è, un dio. Se non per i tifosi, quantomeno per gli allenatori che hanno avuto il privilegio di allenarlo. Sembrava destinato a partire, la scorsa estate. Sembrava dover essere destinato a prender parte al passaggio di consegne tra Allegri e Sarri, come se lui simboleggiasse quanto di più allegriano esistesse alla Juventus. Eppure, anche Sarri, se così vogliamo metterla, vedendo Khedira si è riscoperto allegriano.
KHEDIRA O CAN? – O comunque ha capito il motivo per il quale tutti gli allenatori avevano bisogno del tedesco nel proprio scacchiere tattico. E quindi, in lista Champions, Emre Can fuori e Khedira dentro. Alla faccia di tutti. Mica pochi malumori da quel momento? Dei due, il ‘gemello’ più piccolo sta ancora cercando di smaltire la rabbia, e con ogni probabilità questa rabbia lo spingerà a salutare tutti già adesso. Con Emre, però, il tempo è stato galantuomo, perché poi qualcosa sembra cambiato. Khedira non è più un giovane, e la tenuta fisica, già precaria di suo, sta diventando una variabile sempre più traballante. Questo dettaglio non può garantire affatto una continuità tecnica e di rendimento, e ciò può essere un problema per la seconda parte di stagione.
ANCHE KHEDIRA IN DUBBIO – È per questo motivo, evidentemente, che dalla conferenza di oggi è emerso un dettaglio importante: Khedira non è intoccabile come invece sembrava qualche mese fa. “Ci riserveremo di valutare Chiellini e Sami a fine mese per la lista Champions”: a livello tattico questa frase ci offre degli spunti, ma forse, ancor di più, la decisione può avere ripercussioni a livello di mercato. E quindi… Emre Can a questo punto resta o ormai il dado è tratto?
fonte: ilbianconero.com