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Pjanic, Bernardeschi e Rabiot sono già degli ex: Sarri li sta peggiorando

Nella Juve che perde la Coppa Italia contro il Napoli, secondo titolo stagionale che sfuma dopo la Supercoppa lasciata alla Lazio, ci sono molti problemi. Fra questi, ci sono tre giocatori che, al momento, sembrano decisamente persi per la causa bianconera: Miralem Pjanic, Federico Bernardeschi e Adrien Rabiot.

Per motivi diversi fra loro, tre elementi che dovrebbero rappresentare altrettanti punti di forza per la squadra di Maurizio Sarri, diventano invece dei punti deboli e degli elementi di insicurezza per la Juve. E sia la società che, soprattutto, l’allenatore hanno le loro responsabilità per la situazione che si è venuta creare. Analizziamo caso per caso, comprese le colpe di Sarri. 

PJANIC – Doveva essere il fulcro della Juve di Sarri (“Deve toccare 150 palloni a partita”), invece ne è diventato il limite principale. Gioca solo in orizzontale, raramente rischia la giocata. E un attacco che non ha ancora trovato le sue collocazioni (qui le colpe di Sarri) non lo aiuta di certo. Una volta c’è Ronaldo centravanti, l’altra Dybala falso nueve, poi il tridente con Higuain, poi il trequartista, infine il 4-3-3. C’è materiale per mandare in confusione chiunque, anche un regista espero come il bosniaco. E ovviamente c’è anche il mercato: Pjanic promesso sposo del Barcellona, la Juve che guarda al futuro fra Arthur, Jorginho il sogno Pogba. Risultato? In campo, Pjanic è un fantasma.

BERNARDESCHI – Sia contro il Milan in semifinale che contro il Napoli in finale di Coppa Italia, Bernardeschi è stato protagonista di due ingressi in campo, dalla panchina, sciagurati. Il controllo di palla sbagliato, che in pieno recupero ha causato il corner dal quale è nata l’occasione da gol più importante della partita per i partenopei, è l’esempio di quello che è Bernardeschi oggi. Un giocatore che si è smarrito, che perso tutte le sue sicurezze. Le colpe? Da suddividere fra il giocatore (i cui limiti di personalità per giocare al top appaiono sempre più evidenti), allenatore (continui cambi di ruolo all’interno di un reparto che, come detto, non ha ancora trovato i suoi equilibri) e società (è evidente come ormai l’ex viola sia considerato come una possibile pedina di scambio da utilizzare sul mercato, in primis per cercare di arrivare a Zaniolo).

RABIOT – Altro giocatore che già non sembra più far parte di questa Juve. E come per Pjanic e Bernardeschi, sarà dura arrivare fino ad agosto. Poco costante, poco lucido, ora in ritardo di preparazione rispetto alla maggior parte dei compagni. Il suo acquisto, un anno fa, a costo zero, ne fa un possibile uomo mercato per la prossima sessione, in ottica plusvalenza. Il problema è trovargli una squadra disposta a garantirgli lo stesso ingaggio: 7,5 milioni netti a stagione…

SARRI – Le colpe di Sarri le abbiamo già riassunte nei punti precedenti. Un allenatore arrivato alla Juve per organizzarla meglio e per renderne il gioco più spettacolare rispetto a quello di Allegri, per ora, oltre ad aver perso due titoli, si è prodotto in una serie di cambi di modulo e di spostamenti di continui cambi di ruolo per alcuni giocatori che hanno prodotto il risultato di portare la miglior rosa d’Italia a fare zero gol nelle ultime due partite. Oltre che a praticare un calcio monotono e improduttivo. Oltre alle colpe dei giocatori e alle scelte di mercato, Pjanic, Bernardeschi e Rabiot pagano dazio anche alla gestione generale del loro allenatore, che sembra peggiorarne le caratteristiche anziché esaltarle.

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fonte: ilbianconero.com

Questo post è stato pubblicato il 18 Giugno 2020 17:21

Leonardo Costa

Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Dopo varie esperienze lavorative nell'ambito giornalistico, mi sono specializzato in quello sportivo e in particolare con il portale Calcioj.com. Da sempre pratico sport con una passione particolare per il calcio e la bici. Occhio sempre vigile sull'evoluzione dell'informazione.

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