Rampulla intervista derby – Michelangelo Rampulla, ex portiere della Juventus, ha parlato a Tuttosport presentando il derby contro il Torino: «Il primo, perché ero appena arrivato alla Juve, vice di Peruzzi. Novembre 1992, eravamo andati in svantaggio con Sordo poi Vialli pareggiò: la sfida stava scivolando verso il pareggio ma nel recupero ecco che arriva un autogol di Venturin. Vittoria in extremis e in maniera rocambolesca, proprio da derby».
BONIPERTI – «La carica di Boniperti. Nella settimana precedente ai derby veniva al campo a dirci che dovevamo vincere a tutti i costi. E’ vero che per lui vincere era la normalità, ma contro il Torino era diverso. Era la sua sfida più sentita, più di un big match di campionato. E riusciva a trasmetterci una tale energia e forza che tutti ci sentivamo ancora più coinvolti».
IL DERBY – «Però la carta non è il campo. Il derby è una partita che esula dalle condizioni atletiche e psicologiche a cui arrivano le due squadre. E’ ovvio che i bianconeri abbiamo qualità maggiori nei singoli e come gruppo, lo dice anche la classifica, ma poi il campo pareggia questo vantaggio. Il Toro resta un avversario ostico, capace di tirare fuori tanta grinta. Se la giocheranno, eccome…».
Rampulla intervista derby, le parole in vista di Juve-Torino
SZCZESNY E MILINKOVIC – «Due portieri stranieri. Szczesny è un numero 1 assai affidabile, maturato con gli anni. E’ vero, ha iniziato la stagione non al top, magari non era in condizioni o le voci di mercato estive lo avevano turbato. I suoi errori sono costati un po’ di punti alla Juventus, ma ci sta nell’arco di una stagione un momento di difficoltà, però poi si è ripreso alla grande. Milinkovic Savic è invece un portiere estroso per il suo modo di stare in porta, dovuto probabilmente anche alla sua struttura fisica possente».
JUVE IN CASA – «Un vantaggio? Ai miei tempi lo era sicuramente. Il Delle Alpi, che solitamente era considerato uno stadio “freddo”, si accendeva e si trasformava in una bolgia con 60 mila spettatori presenti quando si giocava contro il Torino. E si sentivano tutti, era emozionante, ti facevano venire i brividi. Adesso è concesso il 50 per cento di pubblico: non è il massimo, ma è sempre meglio che senza. Quando il campionato era a porte chiuse per via del Covid si era perso l’essenza e lo spirito delle sfide perché le partite sembravano le amichevoli del giovedì. Invece i tifosi ti danno calore, soprattutto in un derby senti forte la loro partecipazione».
RAPPORTI CON IL TORINO – «Sì, con qualcuno. Per esempio io vedevo spesso Maspero perché avevamo giocato diversi anni insieme alla Cremonese. Ma nella settimana del derby non ci si sentiva, meglio evitare qualsiasi contatto. Semmai ci si incrociava dopo la partita e allora partivano gli sfottò».
fonte: ilbianconero.com