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Ramsey delusione Juve, flop in campo e furioso all’uscita: ora è un caso

Ramsey delusione Juve – Poteva essere la sua serata, decisamente non lo è stata. La partita di Aaron Ramsey ha i contorni di un’occasione sprecata, di una notte programmata per essere qualcosa di più di una semplice apparizione e che, invece, si è trasformata in una bocciatura. 

Ma al di là del voto in pagella è proprio l’intera prestazione che non ha convinto: svincolato dal ruolo di trequartista, che l’aveva ingabbiato nella prima parte della stagione, si è rimesso a fare la mezz’ora in un 4-3-3 che avrebbe dovuto dare dinamismo, velocità, intraprendenza e supporto agli attaccanti bianconeri, tutti molto mobili. E, invece, così non è stato. 

Ramsey delusione Juve, ecco cosa sta succedendo

LE MOTIVAZIONI – Perché Ramsey ha faticato a supportare e accorciare sulla seconda costruzione – parola di Sarri – dopo una prima fase di gioco lucida, sempre per ammissione del tecnico. E alla manovra juventina troppo spesso priva di contenuti è mancata proprio la spinta di una mezzala in grado di abbinare quantità e qualità, qual è il gallese. 

Fatica nella corsa, fatica nelle idee, fatica anche nella realizzazione delle stesse. Un aspetto psicologico importante e da non sottovalutare perché l’ambientamento di Aaron Ramsey a Torino non c’è mai stato. E anche il gol, arrivato alla prima allo Stadium, è stato un po’ come questa sera, un lampo in una serata di buio.

IL PROBLEMA – Il problema, si è detto, è stato lo sviluppo bianconero, lento, macchinoso e prevedibile, che un Milan tanto bravo a chiudersi quanto sfruttare spazi e ritmi di gioco in fase offensiva ha saputo sfruttare a suo favore. Così, il centrocampo della Juve è andato spesso in difficoltà, stretto dalla pressione rossonera è allungato dalle molte corse di riparti troppo distanti tra loro.

La Juve non ha saputo muoversi in pochi metri e i primi risentirne sono stati proprio Pjanic, Ramsey e matuidi, abbandonati a loro stessi nella fase difensiva, ma incapaci di sostenere Ronaldo e Dybala accorciando il campo una volta entrati in possesso del pallone.  

SARRISMO STERILE – Troppo spesso, infatti, si sono visti tratti di sarrismo sterili, fine a se stessi perché limitati a zone di campo poco pericolose come quelle vicino alla panchina: fronzoli che hanno tolto energie alla sostanza, tanto che la Juve è stata incapace di rendersi davvero pericolosa per lunghissimi tratti della partita.

Il Milan, che invece ha giocato la sua gara con entusiasmo, consapevolezza e voglia di vincere, avrebbe meritato un risultato diverso, frutto di una prestazione sicuramente convincente. Ronaldo, invece, ha salvato tutti con un guizzo, mantenendo alto il proprio livello, anche in una serata non così positiva.

Per alzare il livello della squadra, dell’intera squadra, però, servirà molto di più: ne ha bisogno Sarri, ne ha bisogno la Juve e ne hanno bisogno gli attaccanti bianconeri che senza un adeguato sostegno e un’adeguata copertura dell’area di rigore – spesso sguarnita vista l’assenza di Higuain e il ruolo di Dybala, vero e unico connettore del gioco nella serata contro il Milan – rischiano di rimanere vittime delle mancate verticalizzazioni e dei latitanti aiuti delle mezzali. 

COSA SI ASPETTA SARRI – Da Ramsey questa sera ci si aspettava sicuramente di più, vista la sua vena offensiva e la sua naturale capacità di creare problemi e preoccupazioni alle difese avversarie.

Un interno di centrocampo che facesse gioco e che creasse occasioni, questo voleva Sarri da lui, questo si aspettavano anche tutti i tifosi, che non vedevano l’ora di vederlo impiegato in quel ruolo. 

Salvo rimanerne delusi. Tutti si aspettano di più da Aaron Ramsey, per non etichettare questa sua avventura bianconera come già fallimentare. Ma è anche lo stesso numero 8 che vuole di più e la stizza all’uscita dal campo ne è la piena dimostrazione. Servono le motivazioni giuste per ripartire. E dimostrare finalmente di essere da Juve.

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fonte: ilbianconero.com

Questo post è stato pubblicato il 14 Febbraio 2020 10:21

Roberto Ferrero

Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Ho la fortuna di seguire il calcio per lavoro ma è la mia più grande passione. La mentalità sportiva con la quale sono cresciuto mi facilita il compito di giornalista imparziale. La mia seconda passione sono i motori. Leggo, studio e seguo corsi di aggiornamenti per giornalisti e tecnici dell'informazione.

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