Perdere non piace a nessuno. Perdere una finale meno che mai. Perderne due di seguito per la prima volta, avendone giocate 31, deve bruciare parecchio, specialmente a uno come Cristiano Ronaldo, che anche sulla competitività, oltre che sui doni di madre natura, ha costruito una carriera già leggendaria.
L’ha costruita, però, anche sull’equilibrio, senza il quale non si resiste a pressioni come quelle di chi ha addosso gli occhi del mondo ogni volta che gioca, senza il quale non si superano diventando più forte di prima annate in cui il Barcellona di Messi e Guardiola ti arriva sempre davanti, fino a pareggiare il conto dei Palloni d’Oro con il rivale (poi riportatosi avanti 6-5 con l’ultimo trionfo) e a vincere una Champions in più.
Ronaldo c’è riuscito lavorando in modo maniacale e spingendo sempre più avanti i propri limiti e così è deciso a superare la delusione mai provata prima di uscire due volte sconfitto mentre a bordo campo c’era un trofeo: la Coppa Italia mercoledì sera all’Olimpico, la Supercoppa italiana il 22 dicembre a Riad.
CR7 si è allenato con la solita totale dedizione durante il lockdown e ha potuto anche sfruttare un campo, ma neanche lui ha ovviamente potuto giocare partite: «I suoi dati atletici a livello di quantità di corsa sono i migliori della stagione, segno che si è allenato molto – ha spiegato Sarri nel post partita – ma quelli qualitativi, accelerazione e velocità massima, non sono ai suoi standard: è l’inevitabile effetto della mancanza di competizione».
Senza contare che Ronaldo sa di essere atteso da almeno un altro mese e mezzo di competizione in cui si giocherà ogni tre giorni ed è deciso a far sì che si trasformi in due mesi, aggiungendo la final eight di Champions che si giocherà nel suo Portogallo. Non poteva essere già al top. Ma vuole esserlo presto e restarlo a lungo.
fonte: tuttosport.com
Questo post è stato pubblicato il 19 Giugno 2020 10:43