Sacchi: “Juve sfortunata, ma in Europa bisogna fare di più! Questo non è calcio”

Sacchi parla di Juve Villarreal – L’analisi di JuveVillarreal a cura di Arrigo Sacchi, dalle pagine della Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole riportate da ilbianconero.com:

JUVE SFORTUNATA – “Certamente. La traversa di Vlahovic è stata clamorosa. E a conti fatti il risultato è esagerato. Però, per arrivare lontano in Europa bisogna fare qualcosa di più e lo dico sia alla Juve sia al Villarreal”

PARTITATATTICA – “Molto tattica e con poche emozioni, poco ritmo, poco pressing. Sia la Juve sia il Villarreal, si vedeva lontano un miglio, pensavano prima di tutto a non prendere gol. Ma così facendo non si va lontano. Tutt’e due speravano in una ripartenza improvvisa, nel colpo di un singolo e in un calcio piazzato che poteva mandare in crisi gli avversari”.

Sacchi parla dopo Juve Villarreal

INTERPRETAZIONE – “Decisamente no. Per me il calcio non è questo, sono convinto che sia stato fatto un passo indietro. Se non ci sono innovazione, coraggio e conoscenza non si può pensare di giocare bene. E io non ho visto né coraggio, né innovazione, né conoscenze” 

ALLEGRI VS EMERY – “È vero, ma quando per trenta giorni ti comporti in un modo, va a finire che non cambi neanche al trentunesimo giorno… La Juve aspettava la prodezza del singolo oppure l’errore dell’avversario. E anche il Villarreal ha fatto la medesima cosa. Allegri ed Emery si sono mossi da tattici, e tra i due tattici ha vinto Emery. Lo conosco dal 2005, da quando allenava una squadra di Segunda Division in Spagna e io ero direttore tecnico del Real Madrid. Dissi ai dirigenti di Florentino Perez di seguirlo, perché aveva delle potenzialità. Però devo ammettere che contro la Juve è stato troppo tattico, poco coraggioso, nonostante il risultato sia a suo favore e abbia superato il turno in trasferta”

COSA SERVIVA – “Servivano più intensità, più ritmo. Nel primo tempo Vlahovic e Morata avevano dimostrato di essere superiori ai difensori spagnoli. Sia in velocità sia nel gioco aereo. Mi aspettavo che nella ripresa si insistesse di più su questo aspetto. Invece, appena tornati in campo dopo l’intervallo, si è pensato subito a non voler rischiare e a sperare in un contropiede. Succede. Quando ci si basa sulla tattica e non si ha una strategia, può capitare che l’avversario ti rubi l’idea e vinca. Se hai una strategia, al contrario, e dunque hai un gioco, migliori e prendi fiducia ogni volta che hai il pallone. E quando non ce l’hai, proprio grazie alla strategia che ti fa compiere i movimenti giusti, vai a riprenderlo e ritrovi coraggio. Questa è la strada corretta per andare lontano in Europa”

JUVE NON DI LIVELLO INTERNAZIONALE – “I risultati e anche le prestazioni dicono questo. Ma io mi chiedo: quanti soldi sono stati spesi? Siamo sicuro che questo progetto vada bene? Adesso parlo in generale e penso a tutto il calcio italiano: vi pare normale che nelle squadre i calciatori stranieri siano il 70 per cento e gli italiani il 30 per cento? Le colpe sono di tutti, dei dirigenti, dei media, degli allenatori. Nessuno va escluso, ognuno ha le sue responsabilità. Ma a me interessa trovare una via d’uscita, perché è fuori dalla logica che l’Italia non vinca la Champions dal 2010”.

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Leonardo Costa
Leonardo Costahttps://www.calcioj.com
Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Dopo varie esperienze lavorative nell'ambito giornalistico, mi sono specializzato in quello sportivo e in particolare con il portale Calcioj.com. Da sempre pratico sport con una passione particolare per il calcio e la bici. Occhio sempre vigile sull'evoluzione dell'informazione.

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