Trezeguet intervista – “Alessandro Del Piero per me è stato un punto di riferimento e aver condiviso con lui dieci anni di Juve è stato fantastico. È stato un professionista e un giocatore unico: in campo sapevamo cosa fare per esaltarci e ci bastava poco per capirlo. Ma la nostra intesa nasceva fuori dal campo: momenti di semplice condivisione, come ritrovarsi a guardare una partita. Quando un gruppo di giocatori sta bene umanamente, in campo tutto diventa più semplice e la squadra raggiunge gli obiettivi”.
In un’intervista rilasciata ai microfoni di Gianlucadimarzio.com, l’ex attaccante della Juventus David Trezeguet, ed attuale Brand Ambassador bianconero (il cui contratto è però in scadenza nel prossimo giugno), non chiude le porte ad un doppio ritorno nel club torinese: “Perché no! Anzi, lo spero. Alex ha dimostrato le sue capacità e si sta preparando (sta studiando da allenatore, ndr). E il suo legame verso la Juve non lo dimenticherà mai nessuno”.
“È arrivato il momento di un cambiamento. Aspetto una squadra che mi dia fiducia e che creda in me: io non vedo l’ora. Il calcio è cambiato? I primi cambiamenti iniziavano ad avvenire già nella mia generazione. Ma ora è tutto nuovo e i primi ad essere cambiati sono i calciatori, di conseguenza anche un dirigente deve adattarsi e lavorare diversamente. Come? ialogo, gestione, preparazione su tutti i fronti: economico, legale, burocratico. Il direttore sportivo è la figura che sta in mezzo a giocatori, allenatore e club. Gli ex-giocatori partono con un vantaggio, perché tra chi è stato in campo in passato e i giocatori si crea un feeling unico. Ma bisogna trovare l’equilibrio giusto”.
“Negli ultimi anni ho visto la Juventus dominare, applicando il metodo che ne ha fatto la storia. Ma credo nella diversificazione: bisogna aprirsi per capire dove si è, l’ambiente, gli obiettivi. Mi interessa questo e non mi precludo nessuna esperienza: voglio muovermi, imparare. Ci sarebbe posto per il Trezeguet-calciatore nella squadra costruita dal Trezeguet-dirigente? Sì, i giocatori che fanno la differenza sono sempre i benvenuti. Bisogna sempre partire con l’idea di voler lasciare il segno. In altri tempi si poteva fare a meno della preparazione, ora non più: l’occhio del calciatore è più sviluppato, ma non basta. Mi manca il campo? Ho iniziato ad avere voglia di tornare lì”.
“Premetto che dopo nove anni di vittorie, sbagliare un campionato è umano. Alla Juve vedo un gruppo molto unito, ma sono mancate continuità e identità: abbiamo visto sprazzi interessanti, ma seguiti da cali fisici, mentali e tecnici. Sono cambiati un po’ di giocatori e l’allenatore, quindi questo è nell’ordine delle cose. Ma il campionato è quasi finito e si vede che qualcosa manca. Dovrà trovarlo Pirlo? o dico di sì. Per dare un senso a questa stagione, per dare un’idea di continuità. Quest’anno la Juve ha trovato nell’Inter una squadra più cattiva, con due attaccanti che segnano sempre. Il solo Ronaldo, invece, non può bastare. E alla Juve è mancato un certo Dybala”.
fonte: tuttosport.com
Questo post è stato pubblicato il 10 Aprile 2021 21:09